14 / 08 / 2021
Itinerario :
Una volta raggiunto Zoppè di Cadore , si prosegue per un breve tratto in auto in direzione del Rifugio Talamini fino alle ultime case dell’abitato . Si arriva ad un colletto ( statua a ricordo della tempesta Vaia ) con a sinistra una strada sterrata che sale (pochissimi posti auto). Qui partono le indicazioni per il Rifugio Venezia. Arriviamo qui in tarda serata e per fortuna troviamo posto per l’auto e per dormire poche ore. Partiamo con le luci delle frontali alle 4 e percorriamo la strada sterrata con passo veloce nonostante sia la ottava ascensione consecutiva . Con pendenza moderata la strada attraversa i fianchi boscosi in direzione del Passo di Rutorto , dove arriviamo con le prime luci. Spente le frontali attraversiamo i prati adibiti a pascolo che ci separano dal Rifugio Venezia e arriviamo in coda a chi sta partendo dal rifugio. Risaliamo alle spalle della struttura un fitto tratto di pini mughi , qui il sentiero è in comune con l’anello del Monte Pelmo . Arriviamo dove alcuni bolli a sinistra indicano la via normale, e risaliamo i ghiaioni sino a delle rocce dove cambiamo assetto. Messi via i bastoncini ed indossato il casco, attacchiamo le rocce ( facili , bolli rossi 1 chiodo ), insidiose perché sporche di detrito , per circa una trentina di metri. Continuiamo deviando progressivamente a sinistra , alzandoci in parete ed entrando di fatto in quella che è la famosa cengia di Ball,
anche se nelle prime battute è ancora poco pronunciata. La si percorre senza possibilità di errore , e mano a mano che si progredisce , diventa più esposta e più stretta ma volendo vi sono ancoraggi nei passi più delicati. In alcuni tratti il vuoto si fa sentire e comunque per tutta la durata della cengia ( 900 metri ), non ci si può rilassare. I tratti più spettacolari della cengia sono i promontori , mentre i più difficili ( e pericolosi ) sono nell’attraversamento dei canali , a tratti anche umidi. Il passaggio chiave è senza dubbio il Passo del Gatto , dove occorre fidarsi di un cordone e buttarsi in fuori , oppure strisciare. Quando la cengia termina , si tira un sospiro di sollievo. Appena termina l’esposizione , sfoderiamo nuovamente i bastoncini , e saliamo diretti tra roccette ed erba , iniziando la lunga salita del vallone orientale (Vallon ). L’erba si tramuta ben presto in ghiaioni e le tracce a tornanti salgono fino ad incontrare le rocce a gradoni tra la spalla sud e la spalla est.( 2700 metri circa ).
Risaliamo facilmente seguendo gli ometti che sfruttano le cenge (I -II) ed arriviamo in breve in quello che viene chiamato il “ Vant” . Questo anfiteatro conserva spesso i nevai ed è avvolto dalle creste,. Ci spostiamo verso sinistra , restando al centro del vallone , e seguendo gli ometti andiamo a prendere la dorsale di sinistra senza grandi difficoltà.
Da qui seguiamo le tracce tra ghiaie e rocce in prossimità della cresta , per arrivare a quello che è l’ultimo ostacolo prima della croce. Una serie di passaggi esposti sugli abissi della parete ovest prima , e un passo esposto a sud dopo chiudono la salita prima di toccare la cima , in un ambiente grandioso. Discesa ripercorrendo lo stesso itinerario e avendo le stesse cautele , se non qualcuna in più.
La nostra gita :
Salita molto lunga ed appagante su di una bellissima e caratteristica cima.
Parte della scena è occupata dalla cengia di Ball , a tratti molto esposta. Nei punti salienti e complessi per esposizione, nei passaggi sono presenti catene e cordini per aiutarsi ed assicurarsi. anche in molti altri tratti della cengia sono presenti spit per procedere in sicurezza , ma questo vorrebbe dire allungare di gran lunga i tempi.
Avevamo uno spezzone di corda ma per fortuna non è servito…. la cengia nei tratti esposti è bella stretta ma procedendo con calma e con attenzione, tenendosi bene con le mani alla bella e solida roccia , si procede abbastanza tranquillamente .
Superata questa ci si addentra nel cuore della montagna, ci si sente letteralmente abbracciati in un ambiente immenso… la punta è là in fondo, ancora bella lontana , e la si raggiunte tra continui risalti rocciosi con facili passaggi. Poi spianata tra pietraia e residui nevai, fino alla facile cresta e all’ampia vetta.
Salita stupenda con Andrea .
Scheda tecnica
Località di partenza : Zoppè di Cadore
Quota di partenza : 1500 m
Quota vetta : 3168 m
Dislivello : 1670 m
Difficoltà : F+
Esposizione : est
Punti di appoggio : Rifugio Venezia
Catena / gruppo montuoso : Dolomiti
Ubicazione (Stato , Regione , Provincia ; Comune , Valle ) : Italia , Veneto , Belluno , Zoppè di Cadore
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