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Una follia e una seconda vita

Aggiornamento: 25 nov 2023

18/ 08 / 2023



Sono state due giornate stupende quelle trascorse in Val Roya durante il fine settimana , anche se all’interno di esse , un episodio ha monopolizzato i nostri discorsi e pensieri per il resto del tempo.

Se per il Monte Bego e le Cime du Diable , le salite si sono concluse positivamente , durante la salita di sabato al Mont du Grand Capelet , ci siamo dovuti arrendere a delle condizioni non buone .

Infatti , se nella prima parte si può dire che non ci sono problemi , oltre il colle ( Bassa di Valmasque ) , si incontra neve che si presenta molto dura , e in molti tratti , gli sbalzi termici delle ultime settimane hanno favorito la formazione di colate di ghiaccio sulle rocce . In questa stagione , la picca e i ramponi li abbiamo sempre con noi , e per scrupolo ci siamo portati anche uno spezzone di corda , anche se poco propensi ad usarla. In salita i ramponi lavorano bene , ma nei traversi la neve marmorea è comunque da temere . Arriviamo alla base dell’ultima fascia rocciosa , ma qui il ghiaccio necessiterebbe di procedere con protezioni ( che peraltro non abbiamo fatta eccezione di due fettucce) , quindi mestamente ripercorriamo le nostre tracce con cautela massima e attenzione. Siccome abbiamo ancora circa tre ore di luce , durante la discesa cerchiamo di capire se prima di raggiungere il rifugio , riusciamo a ripiegare su qualche obbiettivo minore , ma , aggirato un grosso masso vediamo un ragazzo poco lontano da noi. Mentre mi avvicino mi accorgo subito che fatica a procedere e Tiziana dietro di me mi fa notare che non ha ne ramponi ne picozza , si sorregge sui bastoncini, e calza un paio di ramponcini scadenti approssimativamente allacciati ad un paio di scarpe non rigide. Quando arriviamo a incrociarci , accenna un saluto , ma è stremato e non ci capacitiamo come abbia fatto ad essere arrivato sin li senza uccidersi. Facciamo qualche passo ancora in discesa , poi Tiziana non si trattiene e si volta suggerendogli di fermarsi. Lui è un francese e annuisce quando gli facciamo capire che se continua incontrerà tratti ancora peggiori ,sembra che siamo riusciti a convincerlo , ma proprio in quel momento scivola nel canale ghiacciato. Tiziana lo sente urlare , mentre io , coperto dalle rocce , vedo precipitare alcuni oggetti del suo zaino nel vuoto . Risaliamo alcuni metri e lo vediamo nel centro del canale molto più in basso , fermatosi per pura fortuna dopo aver urtato nelle rocce , proprio sul ciglio di un salto ben più profondo. Si vede del sangue , ma quando gli parliamo lui ci risponde e alza lo sguardo verso di noi. Sembra la scena di un film drammatico , lui si trova a pochi metri ( forse 3 ) dal salto , sdraiato faccia a monte a braccia aperte , e non appena accenna a muoversi continua a scivolare . Poso lo zaino , tiro fuori la corda nel minor tempo possibile e scendo a pochi metri da lui . Arriva anche Tiziana . Riusciamo a trovare uno spuntone roccioso per assicurarlo quindi in un modo abbastanza rocambolesco riusciamo a passargli un capo della corda e lui dopo un’infinità di tempo riesce a legarsela in vita.

Purtroppo però non ha ne i ramponi ne la picozza e non riesce a risalire nemmeno di un centimetro .

Allora faccio legare da Tiziana la mia picozza a l’altro capo della corda e la faccio scivolare fino a quando riesce ad afferrarla . Adesso va meglio e lentamente con la sicurezza della corda riesce a risalire nonostante stia sanguinando e gli faccia male la mano . Quando arriviamo ad afferrarlo il più è fatto , ma dopo averlo legato in maniera più corretta lo teniamo assicurato fino alla fine del tratto rischioso . Avremmo voluto riempirlo di sberle per la m…...ta che aveva fatto , ma aveva la faccia da bravo ragazzo ed era spaventato. Noi a quel punto ci siamo diretti velocemente verso il rifugio e lui è sceso con le sue gambe sul sentiero verso valle .

Non sappiamo se abbiamo agito bene o male , bisogna trovarcisi in certe situazioni , ed ognuno di noi potrebbe reagire diversamente . Noi ci siamo presi i nostri rischi , non c’era il tempo di chiamare il soccorso ( ammesso di riuscirci )…. lui non aveva quel tempo . L’unica cosa che aveva lui è un angelo custode , che ha fatto si che il ghiaccio non lo scrollasse via dalla parete e che noi passassimo proprio in quel momento . Con una corda tra l’altro !

Questo si chiama avere una seconda possibilità , quella che vorremmo avere tutti almeno una volta nella vita .

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